Personale di scuderia, le indicazioni fondamentali per la propria salute
10 gennaio 2024 #news
Le ricerche hanno dimostrato che l’inalazione di allergeni di origine animale da parte delle persone che lavorano nelle scuderie, può essere causa di un aumentato rischio di allergie.
Il National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH) ha pubblicato le raccomandazioni per ridurre gli allergeni nelle scuderie, e più in generale negli ambienti dove sono custoditi animali.
L’asma e le allergie legate agli animali sono reazioni esagerate del sistema immunitario del corpo alle proteine animali, note anche come allergeni. Le fonti di questi allergeni includono peli di animali, fluidi corporei e saliva [Bardana 1992; Lincoln et al. 1974]. L’inalazione è uno dei modi più comuni attraverso cui gli allergeni entrano nel corpo. Dopo un periodo di tempo (spesso di diversi mesi, ma occasionalmente molti anni), i lavoratori possono inalare quantità sufficienti di allergeni per sensibilizzarsi, ovvero sviluppano sintomi quando esposti nuovamente, anche a piccole quantità di allergene [Bardana 1992; Chan-Yeung e Malo 1994]. Le esposizioni atmosferiche alle polveri derivate da animali non sono attualmente regolamentate per proteggere i lavoratori dallo sviluppo di problemi allergici.
La diagnosi di allergia o sensibilizzazione animale viene effettuata utilizzando test cutanei, test degli anticorpi nel sangue e altri metodi. I sintomi variano tra i lavoratori che sono diventati sensibilizzati agli animali. Reazioni lievi includono starnuti e naso che cola. Reazioni più gravi a un allergene inalato possono provocare sintomi di asma come tosse, senso di costrizione toracica, respiro sibilante o mancanza di respiro. Nei lavoratori sensibilizzati, le reazioni spesso si verificano subito dopo l’esposizione all’animale o al prodotto animale, ma possono essere ritardate da 2 a 8 ore o più.
Un lavoratore che ha sviluppato sintomi di asma dovuti ad allergie animali spesso migliora o guarisce completamente se smette immediatamente di essere esposto alle polveri contenenti gli allergeni animali. Tuttavia, più a lungo continuano le esposizioni, maggiore è la probabilità che la malattia persista, anche dopo la cessazione di ogni contatto con gli animali. I sintomi dell’asma e delle allergie legate agli animali possono essere gravi e richiedere ai lavoratori colpiti di cambiare lavoro o carriera [Bardana 1992].
Il NIOSH raccomanda le seguenti misure per ridurre l’esposizione agli allergeni animali sul posto di lavoro, e per prevenire l’asma e le allergie indotte dagli animali:
- Modificare i sistemi di ventilazione e filtraggio: aumentando il tasso di ventilazione e l’umidità nelle aree di stabulazione degli animali.
- Diminuire la densità degli animali (numero di animali per metro cubo di volume).
- Evitare di indossare abiti civili mentre si lavora con gli animali. Lasciare sul posto di lavoro gli indumenti da lavoro per evitare potenziali problemi di esposizione dei familiari.
- Mantenere pulite le aree degli animali. Prestare particolare attenzione al controllo dell’esposizione durante le operazioni di pulizia.
- Utilizzare lettiere assorbenti.
- Ridurre il contatto della pelle con prodotti animali come peli, siero ed urina utilizzando guanti, camici, etc.
- Fornire formazione per educare i lavoratori sulle allergie agli animali e sulle misure per la riduzione del rischio.
Circa il 33% di coloro che lavorano con gli animali presentano sintomi allergici e circa il 10% ha sintomi di asma indotta dagli animali [Chan-Yeung e Malo 1994]. Animali o prodotti animali come peli, saliva e fluidi corporei contengono potenti allergeni che possono causare disturbi respiratori e cutanei.
© L. Ruffino – riproduzione riservata; fonte: The National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH); foto: © EqIn