Caso Admara Finale FEI World Cup 2018: oggi tutto “normale”, ma guarda un po’
15 aprile 2018 | Il Moralizzatore Equestre
E non si può non parlare, questo weekend, della Finale FEI World Cup 2018. Quest’anno si salta a Parigi Bercy, alla Accorhotels Arena, proprio dove, una vita fa, la stessa gara la vinse un cavallo leggendario, il grande Milton. Ebbene, non voglio fare pronostici (vai Beezieeeee). Però una cosa devo dirla, perché è universale. Qui c’è la migliore equitazione del mondo (quasi tutta… mancano De Luca e Zorzi). Ma anche nel meglio, nell’eccellenza, c’è del marcio. E ci riguarda da vicino. Parlo della vicenda che ha coinvolto Admara, cavallo che tutti noi abbiamo amato in modo particolare, perché sbocciato sotto la sella di un atleta italiano, Emanuele Gaudiano. Ebbene, Admara è ora montato dal colombiano Carlos Enrique Lopez Lizarazo. Rispetto a quando lo montava Emanuele – con il quale si era già dimostrato un ottimo cavallo, che saltava molto bene – in questi anni con Lopez la gestione del percorso è migliorata, sembra (ovviamente parlo per impressione, non essendo io in sella) più semplice.
Anche in questo concorso ha saltato bene. Benissimo. Forse troppo. Diciamocela tutta: Admara passava col posteriore un metro e mezzo sopra i salti, elevandosi in modo del tutto innaturale, soprattutto agli occhi di chi lo conosce e lo vede solcare i campi di tutto il mondo da anni. Oggi Admara ha ugualmente affrontato la terza prova della finale della Coppa del Mondo, però con delle protezioni posteriori diverse, diciamo “normali”. Ha saltato “normale” e toccato 3 salti, facendone cadere uno… coi posteriori.
Cosa c’è di sbagliato? C’è il trucco. Qualunque sia lo stratagemma utilizzato è un comportamento antisportivo, che falsa il risultato. Mi spiace, ma certe cose non serve coglierle sul fatto. Certe cose non possono sfuggire agli stuart, ai giudici, ai cavalieri e ai semplici appassionati. Bisogna condannare gli abusi, i trucchetti che danno un indebito vantaggio (soprattutto a discapito dei cavalli), rispetto a quanti conseguono i risultati nel rispetto dell’animale e con il solo e onesto lavoro sul campo. Chiunque ami i cavalli e chiunque ami questo sport deve fare sentire la propria voce. In equitazione il fine non può, non deve giustificare i mezzi.
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