24 dicembre 2019 #focus
In questo articolo vi proponiamo un approfondimento sulle amazzoni e i cavalieri che indossano le uniformi azzurre dell’Aeronautica Militare. Solo trent’anni fa questo connubio era solo agli inizi. Oggi per gli appassionati di equitazione, in particolare di salto a ostacoli e completo, è usuale assistere alla premiazione degli atleti appartenenti alla Sezione Sport Equestri del Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare, tanto da poter considerare ormai tradizionale la partecipazione di questo corpo ai concorsi equestri. Tuttavia potrebbe sfuggire ad una parte del pubblico il profondo legame tra sport equestri e l’arma dell’aeronautica. Descrivere questo rapporto non esaudisce solo una curiosità, ma contribuisce ad attribuire un significato particolare alla presenza degli atleti di quest’arma sui campi di gara nazionali ed internazionali.
A prima vista non si tratta di un’associazione spontanea, quella tra equitazione ed aeronautica; non costituisce un rapporto di tradizione come per altri corpi. Esso può essere diversamente definito invece come un omaggio alle origini. Nel caso dell’Aeronautica infatti, attraverso la Sezione di Equitazione, si ricordano e si celebrano gli albori dell’arma, che dalla cavalleria trasse ispirazione, simboli e perfino i sui primi aviatori. Basti solo ricordare Francesco Baracca, nato come ufficiale di cavalleria, vincitore nel 1911 al concorso equestre di Tor di Quinto, e caduto come pilota, asso della Prima guerra mondiale. Il gene dell’equitazione era rimasto in lui e l’insegna del suo velivolo era il famoso cavallino rampante, ancora oggi in uso sullo stemma del 4° Stormo. Il cavallo rappresenta pertanto l’atavico riferimento dell’Aeronautica Militare e la nascita della Sezione Sport Equestri potrebbe definirsi quasi un ritorno alle origini. Questa impressione ha trovato conferma conversando con il direttore tecnico della sezione, il 1° maresciallo Stefano Nogara, uno dei fondatori della specialità. L’occasione si è presentata in concomitanza di una delle riunioni collettive della squadra nel Centro Sportivo di Vigna di Valle (RM), sede anche dell’affascinante Museo Storico dell’Aeronautica.
Proprio dall’intraprendenza dell’allora aviere di leva Nogara e dall’intuizione del tenente colonnello Giovanni Pani nacque l’idea di rappresentare l’Arma Azzurra al campionato militare italiano di salto ostacoli a Modena nel 1988. La vittoria davanti allo stupore delle altre armi decretò l’inizio di questa avventura. Si tratta di un passato relativamente recente, ma portatore di una rapida ascesa, quasi un decollo, volendo rimanere in gergo aviatorio. Quale è stata la spinta che ha portato gli sport equestri nell’Aeronautica?
[S. N.]: “Tutto è incominciato ad un livello amatoriale. Al centro sportivo interforze di Tor di Quinto c’era uno sparuto gruppo di ufficiali dell’Aeronautica Militare appassionati di equitazione, che si allenava a margine dell’attività di servizio. Si trattava però solo di occasioni ricreative. L’intuizione di portare la passione ad un livello agonistico e di far concorrere un cavaliere in uniforme azzurra venne per la prima volta al tenente colonnello Pani. Io mi trovavo in servizio di leva e proseguivo i miei allenamenti. Pani mi chiese di partecipare al campionato italiano militare di salto a ostacoli del 1988, accettai con entusiasmo e vinsi sui campi del Parco Novi Sad di Modena. Di lì a poco ottenni un altro successo, l’argento individuale ai campionati del mondo militare di Fontainebleau. Così iniziò la nostra regolare attività e l’organizzazione di una Sezione Sport Equestri”.
Avete appena terminato un incontro tecnico del gruppo, una sorta di briefing prima di una missione di volo. Come funziona la vostra squadra? Quanto c’è del “dna aeronautico” nel vostro essere amazzoni e cavalieri?
[S. N.]: “Il nostro è un gruppo piccolo e affiatato. Questo mi permette come direttore tecnico di avere un contatto diretto con gli atleti, sia in occasione dei concorsi sia in fase di allenamento. In occasione delle riunioni si tratta proprio di confrontarsi, pianificare le attività, di affrontare eventuali problemi e di accrescere lo spirito di cooperazione. La nostra caratteristica come atleti avieri dell’Aeronautica Militare è proprio quella di pensare e agire sempre come una squadra. Come in un reparto di volo, l’efficienza ed il successo si raggiungono con il concorso di tutti, dagli specialisti ai piloti. Il dovere della Sezione Sport Equestri è quello di onorare l’uniforme e dare lustro all’AM, ogni volta che si entra in campo di gara. La volontà è anche quella di rappresentare i commilitoni, in particolare quelli in missione all’estero, per i quali vogliamo essere motivo d’orgoglio. Pertanto quando saliamo sul podio è la squadra a vincere e con questo intendo tutta l’Aeronautica. La nostra missione è anche il pubblico, verso il quale voglio che i miei atleti siano di esempio, in particolare per i giovani, comportandosi con umiltà sul campo di gara e al di fuori di esso, come è nello spirito del nostro corpo”.
© Antonio Sforacchi; riproduzione riservata; foto gli atleti degli sport equestri dell’Aeronautica Militare, presso Museo Storico dell’Aeronautica di Vigna di Valle / © Aeronautica Militare