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Focus su “SDressage – come rendere ingovernabile un buon cavallo”

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15 settembre 2017 – #focus – con Equitare Casa Editrice

In termini di equitazione classica, il dressage è la scienza – e anche l’arte – di valorizzare qualsiasi cavallo, nel rispetto della sua integrità fisica e morale. Erigerla a specialità ha senso solo se la competizione che porta lo stesso nome promuove l’equitazione più giusta e più dolce, e perciò più naturale. […] Ora, ogni epoca partorisce l’equitazione che merita. Specialità sponsorizzata e mondializzata, il dressage moderno ha sacrificato l’arte equestre agli imperativi sportivi ed economici della professione. Poco importano i mezzi, conta solo il risultato: gli strumenti di coercizione e la monta di forza sono ora la norma, tanto che gli errori grossolani vengono elevati a sistema. In complesso, la competizione del dressage sta alla cultura equestre come MacDonald e la Coca Cola stanno alla gastronomia e alla dietetica. I cavalli sono ovviamente le prime vittime di questo business fiorente […]. Numerosi sono gli amatori (nel senso più nobile del termine “quelli che amano”) che si indignano e si rivoltano per queste deviazioni. Ma sono rari quelli che hanno il coraggio di denunciarle con forza e chiarezza, perché non fa bene nuotare contro corrente“.

Con questa forte accusa l’ecuyer e maestro dell’École de Légèreté Philippe Karl riassume brevemente i concetti principali della sua critica alla disciplina del Dressage, sui quali ci siamo soffermati anche in un’intervista (+info: clicca qui) ed introduce ad un prezioso volume, edito qualche anno fa da Equitare Casa Editrice: “SDressage – come rendere ingovernabile un buon cavallo“.  In esso l’autrice, Daniela Piolini, attraverso il felice abbinamento di una serie di illustrazioni raffinate e ironiche a citazioni classiche, mostra al lettore gli effetti deleteri di un cattivo addestramento del cavallo, frutto di pratiche quotidiane che non si ispirano più alla cultura tradizionale trasmessa dai Grandi maestri, ma ricorrono ad un repertorio di trucchi tecnici e manovre coercitive che non rispettano né la psiche, né il fisico dell’animale (un esempio tra tutti, il lavoro del cavallo in Rollkur – iperflessione, tanto discusso e criticato quanto ancora praticato).

Con sottile umorismo, “dietro la finta ingenuità del disegno per bambini”, Daniela Piolini ci mostra quindi la situazione disastrosa cui facilmente si arriva utilizzando indiscriminatamente mezzi coercitivi, perseguendo l’imperativo categorico della coercizione, della sottomissione del cavallo, anziché cercare la sua collaborazione; pagina dopo pagina, vignetta dopo vignetta, prende vita la vicenda di Teodoro, un ottimo cavallo che – a causa di questo modo incolto di intendere l’equitazione – diventa vittima dell’arrogante incapacità sia del proprio cavaliere, sia dell’istruttore.

Non sono un oggetto, sono un essere vivente, sono molto sensibile, mi accorgo subito se c’è qualcosa che non va. Posso imparare tante cose, ragiono, ho un cuore e un’anima. Chi sono questi due? Cosa vogliono da me?” (Teodoro cit.)

Riuscirà, alla fine, a liberarsi di loro? Speriamo vorrete scoprirlo anche voi. A seguire, vi riproponiamo il video di Philippe Karl in una delle esibizioni con il suo High Noon a FieraCavalli Verona 2016:

© Redaz.; Riproduzione riservata © foto youtube Rollkur: The Whole Reality

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Redazione EQIN
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