“Chi gioca lealmente è sempre vincitore”: cavalli e doping, intervista all’Avv. Lorenza Mel
“Fair play, il modo vincente. Chi gioca lealmente è sempre vincitore”. Queste sono le parole che introducono il Codice Europeo di Etica Sportiva, una dichiarazione d’intenti che trasmette un messaggio di valore: dallo sport ricreativo a quello agonistico, le considerazioni etiche insite nel gioco leale non sono elementi facoltativi, ma qualcosa d’essenziale. Il principio di lealtà e correttezza sostiene qualsiasi ordinamento sportivo e a raccontare come questo nel mondo equestre debba tradursi in un rapporto tra cavallo e cavaliere basato sul rispetto e sul welfare animale è Lorenza Mel (in foto di copertina dell’articolo), avvocato penalista cassazionista, nata al Lido di Venezia, dalla vasta esperienza professionale nel settore. Specializzata in diritto sportivo infatti, si è dedicata all’approfondimento di un tema particolarmente articolato e strettamente legato all’etica: l’uso e all’abuso di sostanze proibite. Sin da bambina nel mondo dei cavalli e degli sport equestri, con traguardi raggiunti in più di una specialità, ha deciso di rispondere professionalmente alla necessità forte di figure competenti in un ambito complesso: «una scelta che devo ad un caro amico veterinario che conosco da quando ero piccola», racconta Lorenza, «e che tanti anni fa, nell’accennarmi alla difficoltà di reperire sul campo un legale con esperienza di problematiche equestri, mi ha chiesto se fossi disponibile a seguire alcuni casi». Da allora l’interesse verso numerose vicende e, soprattutto, al delicato tema del doping.
La storia professionale di Lorenza Mel si snoda secondo tappe importanti: Vice Procuratore Onorario presso la Procura della Repubblica di Venezia dal 1994 al 2004, consulente per la compravendita di cavalli sportivi e da corsa, per la costituzione di società sportive e nei casi di illeciti disciplinari sportivi dal 2005 con lo studio legale che porta il suo nome, nel quadriennio olimpico 2004-2008 è stata Consulente legale della Federazione Italiana Sport Equestri ed è attualmente, per il quadriennio 2016-2020, nel consiglio direttivo del comitato regionale veneto FISE per il dipartimento di equitazione americana e endurance. Autrice di numerose pubblicazioni e relatrice in altrettanti convegni veterinari la sua carriera professionale la vede anche dal 2016 Presidente del Comitato Giudicante Antidoping (NADO – San Marino), ma non solo. L’amore per gli animali e il rispetto per la dignità della loro vita, alla base del suo operato, muovono il desiderio di dare vita ad un prezioso progetto personale, FEALU – Forensic Equine & Animal Legal Unit, che nasce nel 2013.
Lorenza ci racconta con parole semplici di che cosa si tratta e che cosa lo porta avanti: lo spirito di squadra «FEALU nasce da una mia idea. Durante gli anni ho percepito la necessità di creare un team di professionisti che potessero aiutare o coadiuvare un legale nella delicata materia della tutela dei cavalli e degli animali in generale». Un team dunque dove professionalità differenti si intrecciano e operano in sinergia verso un obiettivo comune, nobile. Le figure che ne fanno parte sono diversificate: veterinari, farmacologi, specialisti di malattie infettive e sono tutte eccellenze, come «il Prof. Fabio del Piero, un anatomo patologo e massimo esperto di malattie infettive di indiscussa fama mondiale che ora lavora in Lousiana (USA). La figura del patologo legale è sicuramente necessaria in tutti i casi in cui vi è una morte sospetta o un sospetto caso di abuso o maltrattamento». FEALU è dunque un riferimento, ma prima di tutto un gruppo di persone, un punto di appoggio estremamente competente, a cui tutti in caso di bisogno possono rivolgersi, attraverso una e-mail o una telefonata infatti, chiunque ne abbia la necessità viene ascoltato e indirizzato verso il professionista più indicato alla risoluzione più rapida ed efficace del problema proposto. Va inoltre ricordato che Lorenza Mel è anche parte dell’Ufficio Legale di Horse Angels dalla sua fondazione, nel 2009, decisione abbracciata per offrire un aiuto professionale nei casi di maltrattamento, a garanzia per i cavalli, vittime innocenti, di una voce processuale. Chi meglio di lei dunque può introdurci nel mondo dell’abuso di sostanze proibite e delle complesse problematiche che lo caratterizzano?
Ma che cos’è il doping? “Doping” è l’utilizzo di qualsiasi agente esogeno o di manipolazione clinica che, in assenza di idonee e necessarie indicazioni terapeutiche, sia finalizzato al miglioramento delle prestazioni, al di fuori degli adattamenti indotti dall’allenamento. «Un tema molto delicato e per il quale spesso si crea una totale confusione dovuta alle peculiari differenze esistenti tra due mondi trasversali, quello dell’ippica e quello dell’equitazione». Nell’unico sport dove il talento atletico dell’uomo è unito a quello di un animale, il controllo sui cavalli precede di molti anni i controlli sugli atleti umani. «Al 1903 risalgono i primi regolamenti anti-doping nell’ippica Francese ed Inglese, regole che esistono dunque da molto tempo, ma per le quali manca l’uniformità che caratterizza invece gli sport equestri che fanno tutti capo ad un’unica Federazione Internazionale, la F.E.I. (Federazione Equestre Internazionale)». E come a tornare là dove avevamo iniziato Lorenza accenna ad un punto sostanziale, l’obiettivo primario della FEI e che viene perseguito in ogni suo regolamento, compreso quello veterinario, è sempre la salvaguardia del benessere del cavallo. Come? Le regole anti- doping FEI includono una lista delle Sostanze Proibite, appropriate procedure di Test e la lista di laboratori approvati per l’analisi del Campione.
Quali le differenze sul piano pratico? «Innanzitutto la lista delle sostanze proibite nell’ippica comprende praticamente tutte le sostanze (secondo il D.M. 797 del 2002), mentre nella FEI le sostanze vietate vengono suddivise in due categorie: “Banned” ovvero sempre vietate e “Medication” ovvero di uso legittimo in terapia ( e dunque sostanze la cui presenza nei liquidi biologici è sì sempre vietata, ma il cui utilizzo è normalmente ammesso per fini di trattamento terapeutico)». E come avviene anche per l’atleta umano, la Federazione ha poi introdotto l’Equine Therapeutic Use Exemption Form (ETUE), per quelle sostanze di medicazione per cui è possibile chiedere l’esenzione terapeutica. Se ignorantia legis non excusat, Lorenza sottolinea come la lista delle sostanze “Banned” e di “Medicazione” sia facilmente consultabile da chiunque «sia sul sito della FEI o tramite la comoda applicazione disponibile per i telefonini di ultima generazione, nella quale chiunque può inserire il nome della sostanza e automaticamente controllare se sia vietata ed in caso affermativo in quale delle due categorie è inserita». Tutte le competizioni possono essere soggette a controllo anti-doping?
«I controlli vengono gestiti su base nazionale dalla FISE, a seconda dell’importanza delle competizioni, secondo precisi calendari ma anche random. Ad occuparsi invece della gestione dei controlli anti-doping nelle gare interazionali è la FEI» spiega Lorenza.
«Il tutto si svolge nel rispetto di una proceduta codificata: vediamo come avviene ad esempio un test antidoping gestito dalla FEI. Se il cavallo è selezionato per il test i campioni di urina e/o di sangue prelevati al cavallo saranno spediti a uno dei 5 Laboratori FEI approvati. I livelli di rilevamento delle sostanze sono regolati con imparzialità, correttezza ed armonizzazione dei livelli, il che significa che i campioni saranno analizzati nella stessa maniera in ognuno di quei 5 laboratori».
Come avviene la selezione dei cavalli interessati?
«Ci sono tre possibili metodi durante la competizione: 1- Vincitori di Medaglia o Vincitori nei maggiori eventi e almeno un cavallo da ciascun team vincitore di medaglia; 2- Test Random ovvero usando un metodo Random di selezione concordato dagli Ufficiali di gara all’evento; 3- Test mirati dove il Ground Jury (Giuria di Terreno) specificamente seleziona un cavallo per il test. Appena possibile, dopo che il cavallo è selezionato per il test, viene accompagnato nel box di prelevamento. Campioni di Urina e Sangue sono prelevati da ciascun cavallo sotto la supervisione degli “Ufficiali per il Controllo” e lo stesso cavallo può essere testato anche diverse volte durante lo stesso evento».
«Gli atleti saranno informati che i loro cavalli sono stati selezionati per il test. Essi devono restare con il cavallo o organizzarsi con un groom o con altro rappresentante per essere presenti durante la procedura del test. I minorenni devono essere accompagnati dai loro rappresentanti, che devono avere più di 18 anni. Gli atleti sono incoraggiati ad essere essi stessi presenti perché solo la persona che è testimone del test potrà poi testimoniare sulla procedura e se sia stata eseguita secondo le regole. Lo Steward o l’Ufficiale per il Controllo accompagna il cavallo alle scuderie di prelevamento e rimane con lui fino a quando il campione non è stato raccolto. La raccolta del campione è effettuata da un Veterinario FEI per il Test Anti-Doping seguendo una rigida procedura. Il principale strumento è il kit di campionamento confezionato e singolarmente numerato e contenente, oltre ad altre cose, guanti, contenitori per e urine con tappi di sicurezza, provette e ago per il prelevamento del sangue, una borsa di sicurezza e targhette con bar code con lo stesso numero unico».
«Il Protocollo di prelievo: estrema attenzione è richiesta nel maneggiare i campioni durante e dopo la raccolta. I veterinari addetti ai test indossano i guanti a loro disposizione su entrambe le mani e possono rimuoverli solo quando le bottigliette sono state chiuse alla fine della procedura. Gli atleti o i loro rappresentanti possono chiedere con riferimento al materiale per il test di cambiare kit in caso di dubbio sull’integrità dello stesso. I veterinari addetti ai test dovrebbero sempre assicurarsi di avere più di un kit per il prelevamento nel caso in cui l’atleta o il rappresentante dell’atleta ne chieda la sostituzione. I campioni di urina e sangue sono raccolti da ciascun cavallo sotto la supervisione degli Ufficiali per il Controllo. Il veterinario FEI addetto ai Test dovrebbe raccogliere prima l’urina e quindi il sangue. Comunque è riconosciuto che a volte solo un piccolo volume di urina può essere raccolto e può anche capitare che anche dopo 60 minuti, il cavallo non produca urina. In questo caso, il campione di sangue può essere l’unico campione raccolto. Quando l’urina non è disponibile, sarà analizzato solo il campione di sangue. Questa circostanza sul Test è considerata regolare dalle Regole F.E.I..I Campioni di sangue e urina raccolti sono suddivisi poi tra: Campione A e Campione B. I due Campioni (A e B) vengono spediti allo stesso laboratorio. Se un Campione A risulta positivo, l’atleta può richiedere che l’esame sul Campione B venga effettuato in un altro diverso Laboratorio approvato della F.E.I. In questo caso, la F.E.I. seleziona il secondo laboratorio fra la lista dei laboratori approvati F.E.I. La scelta si baserà sulla prossimità geografica e su ogni elemento o fattore che possa migliorare la corretta e veloce valutazione del Campione B da parte del Laboratorio. Il Campione B assicura che la sostanza proibita trovata nel Campione A sia dichiarata “incontestabilmente presente”. Se il Campione B è negativo, il caso sarà chiuso e nessun’altra azione sarà intrapresa. Il veterinario F.E.I. incaricato per il test anti-doping completerà il Modulo per il Test (Testing Form) e aggiungerà i timbri necessari nonché le etichette per identificare i campioni. Il modulo consiste di tre parti. Il veterinario F.E.I. addetto al Test deve conservarne una parte, alla Persona Responsabile per il cavallo sarà consegnata la seconda parte; la terza parte, invece, verrà inserita in una piccola borsa di plastica ed è spedita al Laboratorio con i campioni. L’ultima parte è identificata dal numero unico ma non dal nome della Persona Responsabile. Una copia del Medication Control Form è spedita alla F.E.I. Durante il test, l’atleta può inserire qualsiasi contestazione o commento sul F.E.I. Medical Control Form che il Veterinario addetto al test gli consegna poi da firmare. Se il cavallo risulta positivo al test per una sostanza proibita, questi commenti o contestazioni sul F.E.I. Medical Control Form potrebbero assumere importanza durante il successivo procedimento legale. Il Veterinario F.E.I. addetto al test anti-doping deve spiegare ogni sezione del Modulo ed accertarsi che tutto ciò che viene scritto sia leggibile e che l’atleta o suo/sua rappresentante firmi il modulo negli appositi spazi».
«I campioni sono, quindi, imballati con la massima cura e sistemati dentro l’originale scatola del kit che è chiusa con una fascetta sigillante. Le scatole dei kit sono sistemate, quindi, in una borsa isotermica con confezioni di ghiaccio. La borsa isotermica è sistemata in una speciale borsa da trasporto blu con chiusura a prova di manomissione. Il Modulo di Spedizione del Campione è compilato e faxato al Laboratorio. La borsa è quindi spedita con corriere direttamente al Laboratorio. La Persona Responsabile o il suo rappresentante firmerà il Modulo per certificare che ha assistito all’intera procedura e non ha alcuna obiezione da fare sull’intera procedura. La Persona Responsabile in caso di preoccupazione o contestazione sulla procedura seguita ha il diritto e l’opportunità di riportarle integralmente sul Modulo di Spedizione. Importantissimo, quindi, è poter seguire la cd. “catena di custodia” dei campioni dal momento del prelevamento al momento dell’analisi da parte del laboratorio.
Una volta giunti in Laboratorio, i Campioni B vengono sistemati e custoditi al sicuro aspettando ogni richiesta di richiesta di eventuale controanalisi mentre i Campioni A (Urina e/o Sangue) sono usati per le analisi iniziali. Il Processo di analisi può durare da 7 giorni a 21 giorni per essere completato. Se una sostanza proibita viene rinvenuta, I risultati sono prontamente comunicati al Dipartimento Veterinario della F.E.I. Questo Dipartimento lavora in stretta cooperazione con il Dipartimento Legale della F.E.I., per esaminare le specifiche del caso e decidere il bisogno di intraprendere ulteriori azioni. Il Campione B può esser confermato attraverso un differente liquido biologico da quello che è stato esaminato nel Campione A (ad esempio il Campione A urina e il Campione B sangue). Le procedure FISE per i test antidoping sono simili alla procedura FEI».
Un altro aspetto delicato è certamente la questione della responsabilità e anche in questo caso ippica e sport equestri tendono a differenziarsi «se nell’ippica è considerato responsabile l’allenatore (il fantino, infatti, monta il cavallo solo in gara) ed eventualmente anche il proprietario, negli sport equestri la persona responsabile è sempre chi monta il cavallo nella competizione» continua Lorenza.
In questo secondo ambito la situazione può essere anche più controversa perché persone responsabili “addizionali” possono essere riscontrare nel veterinario curante, nel proprietario o nell’istruttore, soprattutto quando il cavaliere è minorenne, ed anche nel personale che si è occupato della gestione del cavallo.
Un confronto con gli altri sport, in cui diversi casi di positività alle sostanze sono purtroppo emersi, nasce ora spontaneo: «credo di poter dire che l’ippica abbia un buon numero di controlli dovuti agli elevati premi in denaro che possono essere vinti ed agli introiti derivanti dalle scommesse. Negli sport equestri i controlli anti-doping seguono lo stesso iter che è presente negli altri sport, ma il problema maggiore è rappresentato dai costi dei test antidoping che la Federazione deve sostenere».
Parlando di proporzioni? «se parliamo di statistica sulle positività negli sport equestri posso dire che la maggioranza di positività riscontrate è rappresentata da violazioni alle sostanze Medication, di cui la maggior parte dovute a meri errori di calcolo sui tempi di eliminazione delle sostanze somministrate ai cavalli a fini curativi».
Ma non solo sostanze dopanti purtroppo. Nella cronaca più o meno recente che tocca il nostro sport sono venuti alla luce anche casi dove l’uso e l’abuso è stato verificato anche per sostanze stupefacenti e alcooliche, ma come si muovono le federazioni in questo senso?
«Vi sorprenderò con la mia risposta: la WADA (la World Anti-Doping Agency) non proibisce l’uso dell’alcool da parte degli atleti a meno che una Federazione non ne chieda espressamente la previsione, ad esempio l’assunzione in gara di alcool viene vietata attualmente solo per alcuni specifici sport quali il Karate, l’automobilismo, il tiro con arco, gli sport con aerei, il motociclismo e la motonautica. Sarebbe auspicabile e doveroso invece da parte della FEI predisporre un minimo di controlli sull’assunzione di sostanze alcoliche in costanza di gara atteso che tale sostanza crea indubbia dipendenza e potenziale danno alla salute».
Quanto alle Sostanze stupefacenti?
«la WADA le vieta, ma solo in gara. Nei controlli anti-doping effettuati fuori competizione la presenza di tali sostanze nei liquidi biologici dell’atleta non viene cercata».
In questo ambito esiste anche qualcosa che possiamo fare in prima persona, perché alcune positività ai test anti-doping possono essere dovute a mere contaminazioni ambientali e accidentali. Come comportarci per competere in serenità e sicurezza? Verso la conclusione di questa lunga analisi Lorenza ci regala infatti alcuni importanti consigli da osservare in gara: «le precauzioni da prendere non sono mai abbastanza. Va segnalata qualsiasi anomalia del box, come truciolo sporco o presenza di residui nella mangiatoia, prima dell’inizio della gara e per iscritto e va prestata la massima cautela nella pulizia. In ogni caso chi partecipa alla gara sarà sempre considerato responsabile anche nel caso in cui abbia subito atti di sabotaggio da parte di terzi. In competizioni molto importanti può essere addirittura utile la predisposizione di un servizio di vigilanza h24 del cavallo o di videosorveglianza. E non ultimo: mai scambiare secchi con altri concorrenti, ma utilizzare sempre il proprio materiale».
Il benessere del cavallo è di fondamentale importanza, per la Federazione Internazionale e per chiunque creda nel fair play, è quindi imperativo che i cavalli siano protetti e tutelati contro un uso eccessivo e un abuso di sostanze. Preoccuparsi della propria salute e di quella del nostro compagno che dipende in questo da noi, è la prima consapevolezza necessaria in questa disciplina, che deve procedere di pari passo con le ambizioni sportive.
“We are all very proud of our sport, its traditions and its values. We owe it to ourselves and the horses entrusted to us to ensure that equestrianism flourishes in a doping-free environment” (Ingmar De Vos – Presidente FEI)
© Maria Cristina Bongiovanni – Riproduzione riservata; vignette articolo: accademiadeicavalieri.com
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